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PLURISPAZIALISMO
ARTE SIMULTANEA | ARTE RACCONTO
ARTE RELAZIONE | ARTE REALISTICO STRUTTURALE


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Conferenze sul Plurispazialismo:

 

- 2004  Palazzo del Trono                                            Cetraro                         Agosto

- 2006   Università della terza età                                   Torino                          25 Luglio

- 2008   Convegno “Tracce freudiane”                           Torino                          14 Giugno

- 2009  Convegno “Tracce freudiane”                          Torino                          10 Ottobre

- 2011   Convegno “Tracce freudiane”                          Settimo torinese29 Gennaio

- 2011   Primo convegno nazionale di psicoanalisi           Torino                          13 Novembre

 

 

 

 

 

Corsi di introduzione al Plurispazialismo

 

- anni accademici   2008/2009    e     2009/2010 

                                             “Linguaggi e concetti in fisica, psicanalisi e arte”

patrocinato dal Centro Medico Psicologico presso l’Università della Terza Età di Torino

 

 

 

 

PRIMO CONVEGNO NAZIONALE  DI  PSICOANALISI   NOVEMBRE 2011

 

Titolo intervento di Gian Luigi Castelli :    

 RACCONTANDO D’ARTE, FISICA QUANTISTICA E PSICOANALISI

Intervento riportato sul  “Corriere dell’Arte”  del 2 Dicembre 2011        

col titolo

PLURISPAZIALISMO  o  ARTE  SIMULTANEA  o  ARTE RACCONTO ,       FISICA QUANTISTICA  ,    PSICOANALISI

Castelli Gian Luigi, creatore del Plurispazialismo denominato anche Arte simultanea, ha cercato di capire meglio il proprio percorso artistico attraverso la scienza psicoanalitica della mente.

Invitato al 1° Convegno nazionale di Psicoanalisi ha illustrato la sua ricerca coniugando arte, fisica quantistica e psicoanalisi.

Riportiamo l’intervento.

All’essere umano, desiderante di aprirsi all’altro e consapevole che i propri significanti possono essere recepiti in modo diverso, la natura ha offerto elementi vocali e visivi che gli hanno permesso di mettere in atto le figure retoriche e la differenza, basi originarie per rimandare ad altro, dare un carattere non definitivo alle soluzioni, per raccontare e comunicare, permettendo così al sembiante di rivelarsi.

Si raggiunge pertanto una situazione pragmatica basata sul racconto, che già gli egizi cercarono di sviluppare nella loro arte. 

 

                                                                                                               

                                                                                                                                                                                          A

     Arte egizia                                                          Van Gogh

La psiche, da non reprimere, emerse in arte con Van Gogh che trasfigurò la realtà.

L’artista divenne così un IO creatore alla ricerca di una propria cifra, seppur ancora bloccata nella rappresentazione visiva e nel suscitare emozioni.

 

 

 

                          

                Motocarro                                                                          Gioconda                                                           Mosè

Alcuni artisti hanno cercato di andare oltre le emozioni, di rappresentare idee e concetti e di raccontare con opere che necessitano però una spiegazione, come il motocarro carico di bottari che testimonia un viaggio senza raccontarlo. Il motocarro è un oggetto già dato che rivela una staticità bloccante, staticità che Leonardo cercò di superare col sorriso enigmatico della Gioconda sul piano emotivo e Michelangelo con la statua Mosè in cui coglie l’attimo di transizione che fa intuire un movimento che può dare adito a un breve racconto relativo al pensare e all’agire di Mosè.

Oggi domina il determinismo, l’aut aut, gli stretti principi lineari di causa ed effetto e del terzo escluso che portano ad atteggiamenti di opposizione con sterili dialoghi e assenza di conversazione e alla dilagante mentalità dello scontro bloccata su rappresentazioni, identificazioni e fissazioni, con i conseguenti tormenti e la cui estrema conseguenza è la pazzia anche quella della guerra.

La fisica quantistica ha però svelato un mondo diverso, nei nostri confronti non determinato, probabilistico e in cui stati diversi sono simultaneamente sovrapposti non in opposizione, e campi di forma non locati con potenziale informativo, permettendo così all’osservatore di diventare parte attiva.

 

 

 

                                     

                                      Fontana                                                                   Plurispazialismo     “Demian”

Ispirandosi ai tagli di Fontana suggerenti spazi al di là della tela, nell’arte col Plurispazialismo ci si è avventurati nel plurale mondo mentale in cui oltre al determinismo esistono l’indeterminazione, l’apertura ad altro, conclusioni non definitive, il pragmatico libero fluire del pensiero nel racconto, elementi che con l’arte plurispaziale, che va oltre il puro impatto rappresentativo bloccante, si manifestano spontaneamente e portano alla luce i fondamenti di ciascuno che può così cogliere e gestire le proprie singolarità, evitando rappresentazioni e visioni deterministiche e assolute che, reprimendo, possono portare a manifestazioni sintomatiche di disagio.

Osservando le linee rosse del quadro plurispaziale Demian, si nota che possono dare adito a ovali, petali di un tremulo fiore in sboccio, visi, all’oscillare tra serenità e tormento, all’aggrapparsi al grigiore quotidiano e altro correlando e attraversando gli elementi del quadro tramite virtuali interconnessioni.

Cioè le linee rosse con la loro indeterminatezza e non già dato, aprono continuamente ad altro e portano a soluzione mai definitive aprendo al racconto, al divenire, all’invenzione, a un sapere inedito e singolare.

Nel quadro non locato nel tempo, riposa un movimento avvenuto e il quadro si significa come un sembiante, un potenziale che spinge l’osservatore ad essere in opera, in atto, a vivere le possibilità probabili, cercando di riempire il punto vuoto quadro che viene pertanto fatto esistere e a sciogliere in racconti l’enigma postogli mettendo in atto il vel, enigma che invece Magritte blocca nel paradosso basato sull’aut aut.

La rete relazionale del quadro plurispaziale, il ricupero e il convergere degli scarti (se ravviso un ovale scarto il viso, ma il viso può essere ovale) e lo svelamento delle opacità (il poco approfondito), molto singolari per ciascuno, portano simultaneamente a una comprensione, nella differenza, degli elementi su cui si è basata ciascuna soluzione e rappresentazione.

La sembianza del quadro plurispaziale irraggiungibile, col suo qualcosa che non si capisce e che va oltre l’immagine e il linguaggio, creando bisogni, stimola il desiderio, la domanda, il fluire narrativo di pensieri che portano a superare

 

 

 

   

                 Magritte                        rappresentazioni definitive riassestando continuamente la struttura di ciascuna visione che tuttavia costituisce un appiglio operativo soddisfacente bisogni e godimenti e che simultaneamente costituisce per ciascuno la propria singolarità, risorsa per crescere e per un sapere inedito.

Il quadro diventa così, se l’osservatore si relaziona in posizione di ascolto, il dispositivo che guida la partita e non il soggetto partecipante, che stimola a proseguire il racconto, a inventare, a mettere in atto la collaborazione tra inconscio e conscio, la sinergia tra il sogno e la realtà della veglia, facendo pervenire a una catena di significanti altrimenti irraggiungibili.

L’osservatore può diventare così anche lui un artista IO creatore, un operatore che si rende conto che può individuare tracce e che raccontando segue percorsi e iter di alternanza tra la rappresentazione, che soddisfa il desiderio di dare un senso, e nuove aperture al racconto, che soddisfano il desiderio del nuovo, il che impedisce il fissarsi ossessivo e l’incessante vagare isterico.

Il rapporto con l’oggetto quadro si dipana così in una relazione di ascolto che fa esistere il quadro e che non è soltanto emotiva e di impatto statico, ma anche coinvolgente pragmaticamente le facoltà disambiguanti e pensanti di ciascuno in un fluire di pensieri fecondanti.

Il quadro plurispaziale, creato con un atteggiamento di distrazione e olistico nell’ambito di una libertà di pensiero utilizzante le figure retoriche, non solo sintetizza profondità e superficie e ricompone l’eterogeneità tra fenomeno e noumeno, tra oggetto e soggetto (come fece Cézanne che però si fermò a dar corpo alle idee limitandosi a pervenire alla logica delle sensazioni organizzate),  ma dà dinamicamente   

 

 

 

 

      .                  Cézanne

 corpo anche ai pensieri fluenti, facendo si che ciascuno pervenga alla sua logica delle pulsioni, delle sensazioni, delle emozioni e delle idee organizzate e fa intuire che la cifra va cercata pragmaticamente al di là della rappresentazione visiva e che la narrazione è originaria in tutti i campi

L’arte può far fare anche un ulteriore passo mettendo in relazione, dinamica e fondata sulla disparità, le persone, si attua così la differenza originaria, dinamicamente identificante, e viene toccata con mano la possibilità di vivere la relazione e la posizione di ascolto.

Sul palcoscenico delle istallazioni Fabbrica di Racconti ciascun osservatore del quadro, nonché operatore artigianale, mettendosi in gioco e attuando la logica di/a ciascuno, può raccontare scrivendo su un quaderno ciò che vede e sente e nel contempo leggere gli scritti, i significanti altrui frutto di differenti percorsi, background e utilizzo di elementi da lui scartati o non recepiti e accompagnati da singolari godimenti.

L’osservatore può così, in una conversazione distraente e non faccia a faccia, relazionarsi e interagire con gli altri in modo tanto più efficace quanto più la sua descrizione, il proprio racconto è vivace e ricco e tale da offrire ipotiposicamente una quasi rappresentazione visiva.  Egli verte così con gli altri, in una collaborazione pragmatica, a una dinamica visione del quadro e in esteso della realtà, degli oggetti visti nella loro sembianza, visione più ricca e non bloccata sulla propria rappresentazione e identificazione, evitando il fissarsi di immaginari e di fantasmi creanti tensioni nell’evolversi della vita.

Ciascun osservatore, nonché operatore e creatore artistico, così agendo, può rendersi conto che il quadro, la realtà e se stesso vengono arricchiti tramite le differenze evidenziate attraverso la propria e altrui partecipazione pragmatica e collaborazione sul palcoscenico dell’istallazione  

 

 

 

 

 

           Fabbrica di racconti

 e che, soprattutto aprendosi all’altro in atteggiamento etico, arricchisce il proprio epigenoma, facendo risuonare le note offerte dal proprio DNA in sempre più ricche e affascinanti melodie.

Viene messa in atto la differenza originaria che rende il nome attivo, sviluppa fraseggi mai definitivi e spinge pragmaticamente al racconto. Nel contempo le persone quali attori pensanti vengono valorizzate con le proprie differenze, peculiarità e dignità.

Si passa così dalla logica dello scontro, anche quello interno di ciascuno, alla collaborazione arricchente integrata dall’amore comprensivo e disinteressato e rafforzata da condivisione e conversazione.

Attraverso la mediazione dell’istallazione e del relativo quadro con la loro sembianza, ciascun osservatore, nonché operatore io creatore, può raccontare, ascoltare e riconoscere gli altri, essere da essi ascoltato e riconosciuto e sentire di esserci in un rapporto di transfert non possessivo, non vincolante, stimolante il desiderio, l’ascolto, la domanda, il racconto, i sogni (vibrazioni dell’inconscio e strade maestre per arrivare a contenuti altrimenti inaccessibili) e lo stato di veglia, con la possibilità, in un continuo divenire di crescita, di modificare le bloccanti rappresentazioni immaginarie e fantasmatiche, di smontare i macchingegni a cui si è incollato e di pervenire a singolari saperi inediti.

La critica ha detto che intervenendo nelle opere plurispaziali col proprio pensiero, i concetti si piegano nell’infinito del racconto, l’opera si modifica andando oltre il significato abituale della pittura proponendo aperte visioni di vita.

I tempi sono ormai maturi per un salto paradigmatico, per un nuovo contesto intellettual-culturale in cui la fisica quantistica, il Plurispazialismo o Arte simultanea o Arte racconto  e la psicanalisi giocano un ruolo importante.

 

 



LIBRI PUBBLICATI:


1. "PLURISPAZIALISMO LA SIMULTANEITA' NELL'ARTE AVANGUARDIA ARTISTICA E DI PENSIERO
che propone nuovi paradigmi aprenti l'era del Personarcato e indicanti una via per la pace e la sicurezza"

Edito nel 2011
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2. "PLURISPAZIALISMO AVANGUARDIA ARTISTICA E DI PENSIERO"

Edito nel 2010
Estratto dal volume "Avanguardie Artistiche 2010"
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